La Bagna Cauda è un piatto della memoria collettiva piemontese, conosciuto anche fuori regione e portato nel mondo dagli emigranti. Un “mangiare” che nella sua sostanziale semplicità esalta la convivialità. Un piatto definito povero, e invece ricco di umanità e storia, gusto e passione. Il Bagna Cauda Day è da vivere intensamente, lontano dalla ridondante pesantezza di certi riti culinari o dall’innaturale svilimento della tradizione con assaggini senza coraggio.
La Bagna Cauda va vissuta per intero: ha bisogno di tempo e rispetto per essere gustata e capita nella sua essenza e nella sua forza. Il Bagna Cauda Day è festa autentica, gagliarda, per chi non teme poi l’afrore dell’aglio e non si perde nei meandri delle mode gastronomiche del momento.
Il Bagna Cauda Day è aperto a tutti: giovani e anziani, uomini e donne. Lo possono vivere i neofiti alla ricerca dell’emozione vera di un piatto possente e chi non vuole perdere il gustoso filo della tradizione. Siate gente giusta che ama la buona tavola, le cose semplici, il piacere dell’incontro, della chiacchiera e della condivisione.
Asti è una bella città storica nel cuore del Piemonte e si propone come culla ideale della Bagna Cauda rilanciandone il valore di piatto della tradizione popolare. In una stagione economica come l’attuale, che deve essere attenta ai costi, non rinunciamo alla qualità e all’origine certa dei prodotti. Dunque Asti, ma anche il resto dell’Astigiano, il Monferrato, le Langhe e Roero sono le terre della Bagna Cauda. ABCD (ASTI BAGNA CAUDA DAY) cambia l’alfabeto del gusto e si allunga a tutto il Piemonte, all’Italia e al resto del mondo coinvolgendo “in contemporanea” la ristorazione italiana internazionale in tutti i continenti.
Bagna Cauda Day è un evento organizzato da Astigiani APS. L’Associazione è presieduta da Piercarlo Grimaldi ed edita l’omonima rivista di storia e storie diretta da Sergio Miravalle.
“Abbiamo scelto di indicare la Bagna Cauda, con questa grafia nel rispetto della pronuncia, ben sapendo che i puristi del piemontese storceranno il naso. Non ce ne vogliano i seguaci del professor Camillo Brero che nella sua Grammatica della lingua piemontese indica l’espressione bagna caoda. Il termine si può tradurre in italiano come ‘salsa calda’, o ‘intingolo caldo’. La vocale ‘o’ da caoda assume in piemontese un suono molto simile alla ‘u’ italiana, pertanto si può scrivere caoda, ma si pronuncia comunque cauda. Sulla vocale non devono apparire segni ortografici, come spesso si vede in giro, quali la dieresi e l’accento circonflesso. Pertanto viva la Bagna Cauda”.
Testi tratti dal sito www.bagnacaudaday.it