Il 29 novembre 2025, al calar delle tenebre, il pittoresco paesaggio invernale di Colle (Pichl) in Val Casies si trasforma nello scenario di un rito ancestrale: la sfilata dei Krampus “Höllischen Pichl/Gsies”.
L’aria, già gelida, si riempie di un’elettricità palpabile e di suoni gutturali. Migliaia di spettatori si assiepano lungo il percorso, con il fiato sospeso, in attesa dell’arrivo delle figure infernali.
Quando l’orologio segna le 19:00, ha inizio l’impressionante parata. Un fragore assordante rompe il silenzio: è il rintocco martellante e metallico dei pesanti campanacci, legati alla vita dei Krampus. Queste creature emergono dall’oscurità come incubi materializzati: le loro lunghe, sinistre corna di caprone si stagliano contro il cielo notturno, illuminate solo dalle fiaccole e dalle luci soffuse. Indossano pellicce ruvide e scure, che li fanno sembrare bestie selvagge appena uscite dalle foreste. Le maschere in legno intagliato, vere opere d’arte demoniache, hanno espressioni terrificanti: occhi vitrei, denti aguzzi e lingue pendenti. L’odore acre del fumo e del cuoio si mescola a quello speziato del vin brulé, offerto per riscaldare gli animi.
Ogni gruppo, proveniente dall’Alto Adige e non solo, si muove con un’energia selvaggia e rituale, esibendosi in “show” dinamici e teatrali. Le fruste sibilano nell’aria e i diavoli si agitano, spaventando e inseguendo scherzosamente la folla. È un’esplosione di rumore, movimento e folklore. Eppure, in questo pandemonio pagano, c’è un elemento di luce: la figura rassicurante di San Nicolò. Vestito con abiti da vescovo e scortato dai suoi angeli, sfila in contrasto con il caos demoniaco. Mentre i Krampus puniscono e atterriscono, il Santo distribuisce dolciumi ai bambini buoni, simboleggiando la vittoria della bontà sul male. Al termine del corteo, l’energia non si placa. I festeggiamenti si spostano nell’area dell’After-Show-Party, dove la musica riempie l’atmosfera e la notte prosegue, chiudendo l’evento in un turbine di festa che stempera la paura in euforia collettiva.
È un’esperienza indimenticabile, un tuffo nelle tradizioni alpine dove sacro e profano, luce e oscurità, si incontrano in una notte di pura e spettacolare adrenalina folcloristica.
La Redazione