Il Canavese è un angolo incantato di natura inviolata e selvaggia, ricco di storia e di suggestioni.
In questo territorio sorge l’antichissimo centro abitato di Caluso, posto infatti su un insediamento preromano ed adagiato sulle falde di un sistema di colline che lo riparano dai venti. La caratteristica più importante di Caluso è però la singolare composizione del terreno, di origine morenica, che, combinata con la felice posizione geografica e il clima favorevole, consente la coltivazione della vite, in particolare del vitigno Erbaluce, da cui si ottengono l’Erbaluce di Caluso DOCG, il Caluso Passito DOCG e il Caluso Spumante DOCG ben noti sul mercato vitivinicolo non solo italiano. La coltivazione della vite qui si pratica sin dai tempi più antichi ed è sempre stata la risorsa più importante e prestigiosa dell’economia agricola locale, proprio per questo nel borgo ha sede l’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino.
Una storia ricca e movimentata come testimoniano costruzioni sopravvissute alle complesse vicende storiche tipo la Rocca o Castellazzo, costruito nel XII secolo e ridotta a ruderi dagli Spagnoli sin dalla metà del XVI secolo, i resti della Chiesa di San Calogero, coeva della Rocca, la Porta Crealis, una delle superstiti delle quattro che vigilavano gli accessi del borgo medievale, anch’essa risalente al XII sec. (anche se ristrutturata nei sec. XII e XVI), nonché le poderose mura di cinta. Altre testimonianze importanti sono la Chiesa Parrocchiale, iniziata nel 1522 con grandiosa torre campanaria (XVII sec.) con splendido chiostro, le chiese della Misericordia (o di San Giovanni Decollato) e di Santa Marta, costruite entrambe all’inizio del XVIII secolo, infine il grandioso Palazzo Valperga di Masino, attribuito all’architetto Filippo Castelli, e annesso Parco (Parco Spurgazzi).
A celebrare il vino Erbaluce, ritenuto dalla critica internazionale come uno dei più interessanti bianchi italiani, ogni anno Comune e Pro Loco organizzano Storica Festa dell’Uva, un’antica manifestazione nata per omaggiare la vendemmia e la propria produzione di vino “l’Erbaluce”. Nel 1934 si ufficializzò la grandiosa Festa della Vendemmia patrocinata dal quotidiano di Torino “La Stampa”, che portò in accordo con il Capo Compartimento di Ferrovie dello Stato numerose persone provenienti da Torino e intorni. Visto il periodo storico, gli spostamenti dalla città alla campagna erano molto limitati e per questo l’intento della Stampa era un modo di avvicinare i turisti alle aree vinicole e di far conoscere i prodotti calusiesi e canavesani. Il professore calusiese Corrado Gnavi descrisse questo avvenimento con le seguenti parole: “…ci fu una vera fiaccola di vivida luce ad illuminare i suoi pregiati vini”. Fu la prima volta che Caluso vide affluire così tanta gente, tanto che diventò un ricordo indelebile per i cittadini. Oggi la Festa è una manifestazione che unisce la goliardia di rioni e frazioni del paese all’eccellenza vitivinicola del territorio. La 91° edizione è prevista dal 12 al 16 settembre e vede come punti salienti l’Incoronazione della Ninfa Albaluce, la sfilata dei carri allegorici, le degustazioni dei vini, il Palio e, a cura dell’Enoteca Regionale, la 10° edizione di Divino Canavese.
La Redazione