Le più antiche notizie su Morozzo provengono da alcuni reperti romani custoditi al museo civico di Cuneo, grazie ai quali si ipotizza una fondazione ligure e successivamente romana. Il paese sorse su un bricchetto (piccola collina) sulle rive del torrente Brobbio e in epoca romana fu sede di un fortilizio; nei secoli medievali divenne centro nevralgico del potere che Morozzo esercitava sul suo contado, esteso dalle Frabose (i centri abitati di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana) fino al fiume Stura di Demonte. Nel 1200 iniziò per Morozzo una lunga serie di lotte con le nascenti città di Cuneo e Mondovì in quanto alleata con il potente vescovo d’Asti. Subì successivamente il dominio degli Angiò dopodiché entrò nell’orbita dei Savoia. Cambiò anche diverse volte nome: dall’antico nome di Antibo a Morotio fino a Moroty durante l’epoca napoleonica. Grazioso il piccolo centro storico, dov’è presente il Castello di Morozzo, residenza storica dell’illustre casata dei Marchesi di Pamparato, immerso in uno scenografico parco che si estende fino alle rive del torrente Brobbio, da visitare insieme al Santuario del Bricchetto, ciò che resta della più grande chiesa del castello ivi presente nel medioevo. Di assoluta importanza la Riserva naturale di “Crava Morozzo”, uno dei più importanti ambienti umidi del Piemonte meridionale tutelato già dal 1979 come Oasi della LIPU (oggi anche dal FAI), che occupa in massima parte i terrazzamenti prodotti dal torrente Pesio e scaturisce durante il periodo primaverile con una spettacolare cascata originata dall’imponente sistema carsico nel massiccio del Marguareis. Prodotto tipico per eccellenza invece è il famoso Cappone di Morozzo, primo presidio di Slow Food, che ogni anno viene celebrato dal Consorzio di Tutela e dal Comune con una Fiera diventata negli anni una grande manifestazione, con un ricco e colorito mercato affiancato da momenti culturali, eventi collaterali come le serate dedicate ai giovani, una mostra econcorso nel Castello e la seconda edizione dei mercatini di Natale. Il delizioso galletto castrato, che quest’anno potrete degustare nel fine settimana del 15 dicembre, viene allevato secondo un ferreo regolamento del quale le donne del luogo sono le depositarie, a coronamento di un paziente lavoro iniziato in primavera con la schiusa dei pulcini.
La Redazione