Santa Rosa

03/09/2025
al 03/09/2025
Piazza San Sisto
Viterbo celebra con il Trasporto della Macchina di Santa Rosa, un evento UNESCO mozzafiato. Cento Facchini sollevano e portano per le vie cittadine una colossale torre illuminata, in un atto di fede, forza e devozione che unisce l'intera comunità in un'esperienza indimenticabile.
In Aggiornamento

Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa non è solo un evento, ma un’esperienza che cattura l’anima e il cuore di chi la vive, un’antica tradizione che unisce fede, forza e un profondo senso di comunità. Le luci della città si spengono, e il centro storico, già suggestivo, si immerge in un’atmosfera di attesa e sacralità, illuminato solo dalle fiaccole e dalle luci della Macchina stessa. Ogni anno, il 3 settembre l’aria di Viterbo si riempie di una tensione palpabile, mista a emozione e devozione. Già dal pomeriggio, le vie del percorso si affollano di residenti e turisti. I Facchini, intanto, si preparano nel Santuario di Santa Rosa, partecipando a momenti di preghiera e concentrazione. Indossano la loro divisa tradizionale: una tunica bianca con una fascia rossa alla vita, simbolo di devozione.

Poco prima del trasporto, avviene la “sveglia” dei Facchini, un momento solenne in cui si radunano e ricevono l’ultima benedizione. Poi, a Porta Romana, si dispongono sotto la Macchina, pronti per l’impresa. Il momento più iconico è quando il Capo Facchino impartisce l’ordine che risuona in tutta la città: “Sollevate e Fermi!”. Con un urlo corale (“Evviva Santa Rosa!”), i cento Facchini sollevano l’enorme struttura sulle loro spalle e si muovono. È un’esplosione di forza, coordinazione e fede che lascia il fiato sospeso.

La Macchina attraversa le strette e tortuose vie del centro storico di Viterbo per un percorso di circa 1,2 chilometri. Non è un tragitto semplice: presenta discese ripide, curve strette e, soprattutto, l’impegnativa salita finale verso il Santuario. Durante il percorso, ci sono diverse soste, non solo per permettere ai Facchini di riprendere fiato, ma anche per momenti di riflessione e preghiera. Queste pause sono cruciali per la coordinazione e per affrontare i tratti più difficili. L’atmosfera durante il trasporto è indescrivibile. La folla è silenziosa e attenta nei momenti di maggiore sforzo dei Facchini, per poi esplodere in applausi e incoraggiamenti al superamento di ogni difficoltà. L’illuminazione della Macchina, un tempo a fiaccole e lumi a olio e oggi supportata da sistemi elettrici, crea giochi di luce e ombre mozzafiato, trasformando la struttura in una visione onirica che si muove nel buio.

Il tratto più impegnativo è la salita finale, molto ripida, che porta al sagrato del Santuario di Santa Rosa. Qui, i Facchini, con uno sforzo estremo e spesso di corsa, portano la Macchina a destinazione, tra il giubilo della folla. Una volta giunta, la Macchina viene posizionata su un basamento dove rimarrà esposta per alcuni giorni, testimonianza visibile di una notte di fede e di un’impresa eccezionale.

Ogni anno, l’intera comunità si stringe attorno a questo evento, rafforzando i legami e tramandando una tradizione secolare. Il riconoscimento UNESCO sottolinea l’importanza dell’evento, fatto di pratiche, conoscenze, abilità e devozione che si tramandano di generazione in generazione.

La Redazione

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Via Filippo Ascenzi, 1 – 01100 Viterbo (VT)

Tel 0761 3481

comune.viterbo.it

 

Sodalizio Facchini di Santa Rosa

facchinidisantarosa.it

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