Istituito nel gennaio 2017 dalla fusione dei comuni di Mirabello, San Carlo e Sant’Agostino, il nuovo comune di Terre del Reno sorge lungo l’antico corso del fiume Reno accanto al Bosco della Panifilia, un’antica foresta planiziale dichiarata “sito di interesse comunitario”.
La frazione di Sant’Agostino è addossata all’argine del Reno nel territorio del Delta del Po, soggetta un tempo alle piene del fiume e divenuta fertile grazie alle grandi opere di bonifica della zona, diventando oggi uno dei centri più floridi della provincia. Tra le vicende fluvialidi maggior rilievo vi fu la Rotta Panfilia del 1750 che causò un cambio di corso al fiume e ricoprì di acque l’intero territorio santagostinese; in quell’occasione gli abitanti decisero di trasferire la sede parrocchiale in un luogo più alto e sicuro, in Ghiara di Reno, sfruttando un oratorio in costruzione per la Compagnia dei Sacchi; si iniziò a celebrare nella nuova chiesa dal 1769. Nel 1788 giunse a Sant’Agostino don Giuseppe Serra, che avviò un importante corso di rinnovamenti strutturali rinnovando prima il cimitero, poi la chiesa parrocchiale terminata nel 1992, la canonica e infine il campanile erettonel 1820. Per i manufatti furono interpellati nomi di rilievo del panorama artistico bolognese come l’architetto Giuseppe Tubertini per la sagrestia, il pittore Jacopo Alessandro Calvi autore della pala d’altare, la madonna di stucco attribuita a Petronio Tadolini, il grande crocifisso ligneo recentemente attribuito a Giulio Cesare Conventi, ed altri artisti. La chiesa conserva anche un organo antico di Francesco Traeri del 1714.
Nel vicino Bosco Panfilia si può trovare il tartufo, da sempre protagonista della gastronomia locale, al quale è intitolata la rinomata Sagra del tartufo gestita dall’associazione ADT, con una tradizione gastronomica che supera già i quarant’anni. In seguito ai terremoti dell’Emilia del 2012, che colpirono anche Sant’Agostino, la chiesa parrocchiale e il municipio furono gravemente danneggiati. Il municipio è stato abbattuto, nonostante al suo interno fossero presenti importanti opere d’arte, ma fu recuperato un prezioso lampadario in vetro di Murano, dono di Italo Balbo.
Per quanto riguarda le tradizioni e l’arte culinaria segnaliamo un’altra frazione, quella di San Carlo, dove tutto è stato sempre tramandato di madre in figlia e basato sui prodotti della zona come la ricetta dei popolari “cappellacci di zucca”. Apprezzata findai tempi della Corte degli Estensi ed inserita nel ricettario Messisbugo, la zucca è promossa dalla Pro Loco San Carlo tramite una Sagra che si terrà dall’11 al 20 agosto ed ha ottenuto diversi riconoscimentitra cui l’IGP per il cappellaccio di zucca alla ferrarese, “Sagra di Qualità” da parte dell’UNPLI nazionale e ben 2 prodotti DE.CO. dal Comune di Terre del Reno. La Pro Loco, accanto all’organizzazione e promozione di eventi locali a favore della comunità, partecipa attivamente ad iniziative territoriali e non come il “Ferrara Food” dedicato ai sapori ed eccellenze territoriali, per raccontare e tenere viva testimonianza del rispetto del territorio, delle tradizioni e degli eccellenti prodotti tipici. Tra le iniziative anche quelle di sostengono alle associazionidi volontariato, preziosi partner inattività verso la comunità e i soggetti più deboli, spesso un po’ dimenticati dalla società contemporanea. Ognuno di noi è legato al proprio territorio con la stessa profondità che lega un albero alle proprie radici.