Martinengo è una piccola cittadina della pianura orientale bergamasca, distante dal capoluogo orobico solo una ventina di chilometri. Il 13 dicembre 2011 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto che conferisce a Martinengo il titolo di città. Molti i monumenti ed i luoghi di interesse, di cui molti religiosi, come ad esempio la Chiesa prepositurale di Sant’Agata che con le sue tre grandi navate è stata pensata dal Colleoni come una cattedrale, e ancora l’Ex Monastero di Santa Chiara con i suoi affreschi rinascimentali, oppure la Chiesa di Santa Maria Maddalena che può fregiarsi di un bellissimo altare con preziosa medaglia della Pietà in marmo bianco. Nel Santuario della Madonna della Fiamma si trova il Dipinto di Enea Salmeggia detto il Talpino (1597), un olio su tela molto grande che rappresenta il Terz’Ordine Francescano. Costruita sopra i resti di un tempio romano dedicato alla dea Minerva è invece la chiesa di San Salvatore, che presenta affreschi raffiguranti il periodo della peste. Per quanto riguarda le architetture civili il centro storico del paese si presenta come un delizioso borgo medievale, nel quale si sono fuse le architetture dei secoli successivi senza snaturarne l’anima originale, come può testimoniare il Castello e la sua Torre, costruiti a metà del X secolo, oggi sede delle principali istituzioni. La Casa del Capitano, edificio costruito nel XIV secolo dai Visconti e successivamente acquistato da Bartolomeo Colleoni, celebre condottiero sotto la cui spinta la città visse anni di splendore e ricchezza, che fu prima rifugio ed ospedale e poi abitazione destinata a Tisbe Martinengo (moglie) ed i figli del Colleoni. Passeggiando per le vie del centro ci si potrà riparare sotto i portici quattrocenteschi, a testimonianza della vocazione commerciale del borgo, scelti nel 1976 da Ermanno Olmi come uno dei molti set del suo film capolavoro L’albero degli Zoccoli. Tra le manifestazioni che meglio rappresentano tradizioni e vivacità di Martinengo troviamo il “Palio dei Cantù”, ispirata al periodo colleonesco che celebra la figura di Tisbe Martinengo. La festa consiste nella sfida tra i sette “cantù” della città in due prove, la sfilata storica con costumi d’epoca ed un’esilarante corsa di asinelli, il tutto arricchito da eventi e cene a tema.
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